Passa ai contenuti principali

C'È VINO E VINO. POI C'È "U' MIR'E".


 

La Puglia ha tanta storia da raccontare e tanti sono i suoi dialetti. Tanti sono i sostantivi  che si somigliano, magari con accenti diversi. Uno, in particolare, si differenzia di molto, ricostruendo la sua storia, o la sua leggenda, capiremo il perché. Nel nord della Puglia, a Foggia, nella BAT, Barletta-Andria-Trani, e nella centrale Terra di Bari,  si chiama "mir" o "mir'e", nell'alto Salento ed in provincia di Brindisi diventa "mieru", nel resto del territorio pugliese più  semplicemente "vin'e". 

Per capire il perché dobbiamo fare un salto indietro di qualche secolo. Era il 1221 quando Federico II di Svevia venne per la prima volta in Puglia e rimase incantato dal patrimonio artistico e culturale della regione oltre che dal paesaggio. Lo "Stupor Mundi", così si era solito indicare Federico  II, dette un'impronta ben precisa alla regione ponendola al centro del regno. Fece ristrutturare e realizzò ex novo borghi e fortezze, altro che 110%. 

Il "Puer Apuliae" parlava almeno sei lingue,  il latino, il francese (dialetto provenzale), l'arabo, il tedesco (orientale) ed il siciliano "nobile", ma si esprimeva generalmente in italiano "volgare" ed in "Mittelhochdeutsch" (tedesco parlato in Germania orientale. Amava gli studi umanistici a tal punto che si circondo' di poeti, letterati, filosofi ma anche di scienziati.  Fondò a Napoli la prima Università statale del mondo occidentale. Si racconta anche di un suo incontro con San Francesco in quel di Bari, ma questa è  un'altra storia. Studioso di occultismo ebbe 3 mogli e 6 figli dichiarati (chi non ricorda Corradino di Svevia) , più  due "scomuniche". 

Ma torniamo a bomba, l'imperatore-re era più  o meno astemio, ma dinnanzi ai suoi commensali amava vantarsi dei prodotti delle sue terre, quindi...del suo vino. Preferiva i rossi corposi (siciliani e pugliesi), fu così che dopo una battuta di caccia, durante un banchetto,  in quel di Castel del Monte,  ed in presenza del matematico Fibonacci disse : "das ist mir" (letteralmente "questo sono io"). La frase fu presa subito come esempio. Fu così che in quasi tutta la Puglia il vino divenne "mir'e".

 

by Lion Rasta

Commenti

Post popolari in questo blog

Lenzuola di lino ricamate

Premessa: al di là del dolore da cui queste pagine scaturiscono, vogliono, sempre e comunque, essere un inno alla vita. LENZUOLA DI LINO RICAMATE         -   Pronto?         -   Pronto? Sono io. Posso venire a dormire da te?         -   Con Andrea?         -   No, da solo.         -   Va bene, ti aspetto. Francesca guardò l’orologio: le due di notte. Roberto non l’aveva svegliata. Da anni ormai dormiva pochissimo, si addormentava presto la sera e dopo qualche ora era già in piedi. Non resisteva a letto, si alzava e girava per la casa vuota in cerca di qualcosa da fare. Sentiva un po’ di musica, vedeva la televisione, preparava qualcosa in cucina o scriveva. Insomma trovava il modo di occupare la mente. Quella notte era particolarmente nervosa, non le andava di fare niente perciò l’arrivo di Roberto la rese quasi felic...

LA CROSTATA DI MELE

Premessa: al di là del dolore da cui queste pagine scaturiscono, vogliono, sempre e comunque, essere un inno alla vita. LA CROSTATA DI MELE Si guardò per l’ennesima volta allo specchio. Quando era su di morale si trovava persino affascinante. Era riuscita a dimagrire negli ultimi tempi e poteva finalmente rimettersi la gonna. Le gambe erano state il suo orgoglio da giovane e in effetti erano belle anche adesso. Ogni tanto le capitava di sentirsi ancora una donna. I capelli, invece. erano la sua disperazione. Li pettinò nervosamente cercando di dare loro una sistemazione, ma sembravano ribellarsi alla spazzola. Alla fine decise di lasciarli così, in fondo quell’aria disordinata le donava. Non si truccava mai, neanche quando stava bene, detestava tutto ciò che non fosse naturale e conviveva abbastanza serenamene con le prime rughe. Il profumo però non doveva mai mancare. Ne mise più del solito e ne spruzzò un po’ nell’ingresso e nello studio. Fabrizio avrebbe dovuto sentirlo sub...

L'Angolo del cuoco : Stinco di maiale alla birra glassato

  Stinco di maiale alla birra glassato Lo stinco di maiale alla birra glassato è un secondo piatto sostanzioso e la lunga marinatura nella birra e negli aromi lo rende anche tenero e molto saporito. Parlando di stinco di maiale, verrebbe da pensare ad un piatto rustico, in realtà la carne viene spennellata con del miele sciolto nel cognac, che le conferisce un piacevole aroma, uno stuzzicante contrasto di sapori e una glassatura bruna e perfettamente lucida: un piacere non solo per il palato, ma anche per gli occhi. Il contorno migliore per accompagnarlo? Quale se non delle dorate patate al forno. Prova a insaporirle con il fondo di cottura dello stinco di maiale alla birra glassato: divine! Difficoltà Bassa Costo Medio Tempo di preparazione 10 Minuti Tempo di cottura 2 Ore 15 Minuti Porzioni 8 Metodo di cottura: Forno elettrico; Forno a vapore Ingredienti: 2 Stinchi di maiale (600 g cad.) 330 ml Birra bionda 2 rametti Rosmarino 5 foglie Salvia (oppure mezzo cucchiaino di salvia es...