E' morto l'11 Ottobre 2021 nella sua casa romana l’attore Elio Pandolfi. Aveva 95 anni. A dare la notizia della sua scomparsa è la famiglia. Attore, doppiatore, cantante, Pandolfi era nato nella capitale il 17 giugno del 1926. Diplomatosi all’ Accademia nazionale d’arte drammatica di Roma, aveva debuttato a Venezia nel 1948 come mimo-ballerino in Les malheurs d’Orphée di Milhaud, per poi entrare con Orazio Costa al Piccolo Teatro di Roma.
Tra i più grandi doppiatori italiani, con oltre 500 film all’attivo, voce anche di Stanlio della coppia Laurel & Hardy, Pandolfi era tra gli ultimi rappresentanti di quella generazione di attori che avevano attraversato con egual risultati la prosa, l’operetta (con la grande Wanda Osiris), il teatro musicale, la commedia, il cinema, la radio e la tv. Il grande pubblico lo ricorda soprattutto per i tanti anni in coppia con Antonella Steni e per i grandi varietà come Studio 1 con Mina.
Tra il doppiaggio di Philippe Noiret (in molti film d Tavernier e Corneau) e di Jean Claude Brialy (l’amministratore Roccarotta ne Il Mostro di Benigni), Pandolfi fu la voce italiana di un personaggio amatissimo di un celeberrimo telefilm anni ’80: Boss Hogg in Hazzard. “Capitò molti anni fa (1979-1985 ndr) e mi divertii molto a farla”, ha raccontato di recente Pandolfi in un’intervista ricordando l’attore – Sorrell Booke – sempre di bianco vestito, orditore di trame per incastrare e arrestare i cugini Bo e Luke Duke, a cui somigliava anche un po’ fisicamente. “Quando lo rifaccio davanti ai ragazzi vanno in visibilio”, spiegò. L’ultima volta in palcoscenico, nel 2019 a Roma in “Io mi ricordo” con Riccardo Castagnari e la regia di Paolo Silvestrini. Oggi lascia il figlio adottivo Natale Orioles. Per sua stessa volontà non si terranno funerali.
Premessa: al di là del dolore da cui queste pagine scaturiscono, vogliono, sempre e comunque, essere un inno alla vita. LENZUOLA DI LINO RICAMATE - Pronto? - Pronto? Sono io. Posso venire a dormire da te? - Con Andrea? - No, da solo. - Va bene, ti aspetto. Francesca guardò l’orologio: le due di notte. Roberto non l’aveva svegliata. Da anni ormai dormiva pochissimo, si addormentava presto la sera e dopo qualche ora era già in piedi. Non resisteva a letto, si alzava e girava per la casa vuota in cerca di qualcosa da fare. Sentiva un po’ di musica, vedeva la televisione, preparava qualcosa in cucina o scriveva. Insomma trovava il modo di occupare la mente. Quella notte era particolarmente nervosa, non le andava di fare niente perciò l’arrivo di Roberto la rese quasi felic...
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