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Leggendo...Vasco Rossi

Anche questa canzone di Vasco Rossi ha per protagonista una figura femminile, Sally. Probabilmente è la stessa donna che abbiamo trovato nel testo precedente, scritto venti anni prima, Jenny. Ma qui è ritratta nella sua maturità. Jenny, infatti, è diventata adulta dopo aver sofferto molto ha raggiunto un suo equilibrio. Cammina sicura per la strada, non è più turbata dalla gente. L’autore dice che forse il senso del vagare di Sally, del suo cammino esistenziale, del suo viaggio interiore è questo: bisogna stare prima male per poter poi vivere ogni momento “con ogni suo turbamento” come se fosse l’ultimo. Mentre giunge la sera, cade la pioggia, si accendono i lampioni, la gente corre a casa davanti ai televisori, Sally pensa che “forse la vita non è stata tutta persa”, forse non ha perso tutto, forse non è stato tutto sbagliato. Forse. La frase chiave di questo testo è racchiusa in questo verso “la vita è tutto un equilibrio sopra la follia” che riassume tutta la tematica del mondo artistico del cantante. Ogni giorno, infatti, il nostro equilibrio psichico è messo a dura prova dagli eventi della vita che a volte è crudele, senza senso , folle, appunto. Sta a noi cercare un equilibrio per viverla a pieno, intensamente, gustando ogni momento, anche di sofferenza, per esempio ascoltando il rumore della pioggia. Equilibrio e follia, temi cari al nostro autore e quasi sempre presenti nei suoi scritti. Lui non ha paura di affrontare argomenti scottanti, anzi spesso lo fa volontariamente per provocare le coscienze e toccare la sensibilità della “brava gente”.


                                                                                                                                       Luce

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PERCHE'?

Si uccide per rabbia, per reazione, per reprimere, per cattiveria, per odio, per rivendicare, per tutela, per difesa più o meno legittima, per danaro, per potere, per ideali, per religione, per gelosia. Queste quasi tutte le "ragioni" per le quali un essere umano potrebbe o vorrebbe "uccidere" un altro essere umano. Oggi si discute su un "qualcosa" che purtroppo accade da tempo, da troppo tempo.  Uomini che uccidno donne , il piu delle volte uccidono donne che dicono di amare. Quindi, stiamo già effettuando un distinguo su chi commette un reato, un crimine genererico e volgare come violenza sessuale e/o violenza di gruppo e di chi abusa sul proprio o sull'ex partner.  Si perchè la cosa a mio avviso va separata.  Non perchè uno dei due casi sia piu o meno abberrante dell'altro, ma perchè cosi facendo non si crea confusione di linguaggio e soprattutto di percezione. Confusione che già si percepisce nei media e nei loro servizi.  La donna, o anche l&

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  Parliamo di una delle figure della tradizione culturale popolare di Bari ma anche dell'intero sud della penisola italiana. La fata della casa non è il suo unico nome, né ha tanti, molti. Darle questo appellativo non sempre risulta utile, lei o lui, non è una persona sola. Nel sud, gira voce che in ogni casa, abitazione o attività,  vi sia uno spirito che tiene alla sua casa più di ogni altro. Le ipotesi su chi questi possa essere sono diverse e non tutti concordano.  La versione maggiormente suffragata è quella che vede la "fata della casa" essere colui o colei che per prima ci è  morta dentro. Questo spirito,  può a sua volta essere maligno o benigno, o addirittura  mutare indole a seconda delle situazioni e di coloro che vivono o "occupano" la "sua" casa. A Bari, viene chiamato anche "Augurio di casa ".  La Fata della casa "buona" è quella che si affeziona a chi ci abita,  magari in particolare ad un membro della famiglia. È