Per un politico dei giorni nostri, l'essere imparentato, sia pure in modo indiretto, con un personaggio scomodo, può di certo creare problemi, chiedetelo al pentastellato "ripudiato" Maurizio Pascucci candidato sindaco a Corleone reo di avere parentele acquisite in "odor di mafia". Figuriamoci se le parentele diventano dirette, lì a tirar fango ci vuole poco. Lo sanno bene l'ex premier Matteo Renzi e la sua fidata collaboratrice, attuale membro della Camera Maria Elena Boschi, entrambi coinvolti nelle vicissitudini finanziarie del proprio padre vere o presunte che siano. Stessa sorte, e ci vuole poco ad ironizzare, è capitata al vice premier Luigi Di Maio. Suo padre è stato accusato di usare nella propria azienda metodi da lavoro nero. Diverso reato ipotizzato, ma stessa grana per gli illustri figli, la gogna mediatica e il giudizio dell'opinione pubblica ancor prima di quello della Magistratura. Verrebbe da dire: "chi la fa, l'aspetti".
Lion Rasta
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