Ogni governo in carica deve, gioco forza, confrontarsi con l'emissione del documenti di economia e finanza, meglio conosciuto come Def. Il Def è il primo tassello costituente un insieme che a fine anno porterà alla manovra finanziaria. La scadenza, stabilita dalla legge 196 del 2009, è il 10 aprile. Questa scadenza perché il Parlamento lo approvi in maggioranza, altrimenti il governo cade, entro il 30 aprile per poi inviarlo al Consiglio Europeo. Quest'anno però il tutto si dovrà anticipare, infatti l'Europa ha chiesto la presentazione entro il 15 ottobre, e questo anticipo lascia presagire da parte dei pessimisti, qualche bocciatura. Ma torniamo a bomba, quindi il Def come documento racchiude tutte le politiche economiche e finanziarie, in questo caso, del nostro Paese per i prossimi tre anni. Un po' come in tutte le famiglie ben strutturate (semplificando la cosa), quando si deve procedere ad una spesa importante, ci si organizza per trovare le risorse. Le risorse si possono ottenere in diversi modi, più o meno popolari, i più usati sono la riduzione dei costi, quindi meno spese, e l'aumento di tasse ed accise, quindi più entrate. Questa volta il governo (gialloverde o gialloblu, come lo si vuol chiamare lo si chiami) ha deciso per un'insolita partita di entrata, la "pace fiscale". Una sorta di "condono non-condono" che permette al cittadino non in regola col fisco di saldare le cartelle esattoriali, diciamo, in proporzione alle sue possibilità economiche, o meglio a quanto dice il suo ISEE. La cosa porterà sicuramente tanta liquidità nelle casse dello Stato, ma non è ben vista dalle opposizioni che gridano al "condono evasori". Per carità, non voglio polemizzare, di condoni ne ho visti anche di peggiori da parte di molti governi precedenti, ma i soldi dovranno pur entrare se si vuol creare qualcosa. Non si vorranno mica aumentare IVA e costo della benzina come al solito? Cogito ergo sum.
Lion Rasta
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