Passa ai contenuti principali

Il couscous di cavolfiore bianco e frutta secca

Il couscous di cavolfiore bianco e frutta secca è un molto particolare e sfizioso e vede come protagonista il cavolfiore bianco. In questa ricetta non si tratta di fare il couscous con insieme il cavolfiore…ma si tratta di lavorare questo ortaggio invernale facendolo assomigliare appunto al classico couscous fatto con la semola. Può essere servito come goloso antipasto o come pasto vero e proprio, a seconda del menu e dei gusti di ognuno di noi. Vediamo come realizzarlo insieme.
 
Ingredienti
 
•250 g di cavolfiori
•10 g di mandorle
•10 g di nocciole
•10 g di noci
•10 g di pistacchi
•20 g di bacche di goji
•2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
•1 limone
•1 mela verde
•q.b di sale
 
Preparazione
 
Il couscous di cavolfiore bianco e frutta secca è di facile preparazione. I fornelli ci servono solo per pochissimi istanti, quindi è anche molto veloce. Innanitutto mettete in ammollo le bacche di goji in acqua calda. Per chi non le conoscesse le bacche di goji hanno un’importante funzione sul sistema immunitario e rispetto ad altra frutta secca non restano dolci. Prendete ora il cavolfiore bianco e dopo averlo suddiviso in cimette lavatelo accuratamente con acqua e bicarbonato. Quindi tamponatelo con un panno e tritatelo finemente fino a farlo diventare appunto simile al cous cous. Trasferitelo in una ciotola, aggiungete un pizzico di sale, due cucchiai di olio e il succo di un limone lasciandolo marinare in questo modo per un’oretta. Questo passaggio farà perdere al cavolfiore un po’ del suo particolare sapore che può non piacere a tutti. Lavate la mela verde e dividetela in piccoli cubetti. In un ampio tegame fate tostare la frutta secca tagliata grossolanamente per pochissimi minuti facendo attenzione a non farla bruciare. Riprendete ora il couscous, unite la frutta secca, le bacche di goji e la mela verde, aggiustiate ancora con altro sale e pochissimo olio. Mischiate bene gli ingredienti tra loro e portate in tavola.
 

Fonte: FidelityCucina

Barbara70
 

Commenti

Post popolari in questo blog

UN GIRO NEI VICOLI DI BARI VECCHIA

                                              UN GIRO NEI VICOLI DI BARI VECCHIA Anche nella storia dei suoi vicoli, strade e piazze, Bari racconta... Vi sono leggende da raccontare e da aggiungere alle tradizioni popolari visitando la città. Cominciamo con il dire che i luoghi che visiterò sono tutti situati nella città vecchia, ovviamente. Il borgo antico di Bari è un dedalo di vicoli e viuzze, alcune senza uscita ed è facile perdersi. Questo aveva come scopo il trarre in trappola coloro che tentavano di porre in sacco la città, ricordiamo le tante invasioni saracene. Per uscirne, bastava seguire le chianche bianche, quelle nere indicavano un vicolo chiuso. Oggi, con le ristrutturazioni non in originale, purtroppo non è più cosi. andiamo ora nel dettaglio e consideriamo alcuni luoghi rappresentativi, di altri "forse" ne riparleremo più in là.  A) l'arco delle meraviglie, meglio detto Arco Meraviglia. Cominciamo con il dire che Bari vecchia è piena di archi. Nell'edi

PERCHE'?

Si uccide per rabbia, per reazione, per reprimere, per cattiveria, per odio, per rivendicare, per tutela, per difesa più o meno legittima, per danaro, per potere, per ideali, per religione, per gelosia. Queste quasi tutte le "ragioni" per le quali un essere umano potrebbe o vorrebbe "uccidere" un altro essere umano. Oggi si discute su un "qualcosa" che purtroppo accade da tempo, da troppo tempo.  Uomini che uccidno donne , il piu delle volte uccidono donne che dicono di amare. Quindi, stiamo già effettuando un distinguo su chi commette un reato, un crimine genererico e volgare come violenza sessuale e/o violenza di gruppo e di chi abusa sul proprio o sull'ex partner.  Si perchè la cosa a mio avviso va separata.  Non perchè uno dei due casi sia piu o meno abberrante dell'altro, ma perchè cosi facendo non si crea confusione di linguaggio e soprattutto di percezione. Confusione che già si percepisce nei media e nei loro servizi.  La donna, o anche l&

La Fata della casa, altrimenti detta "Augurio della casa".

  Parliamo di una delle figure della tradizione culturale popolare di Bari ma anche dell'intero sud della penisola italiana. La fata della casa non è il suo unico nome, né ha tanti, molti. Darle questo appellativo non sempre risulta utile, lei o lui, non è una persona sola. Nel sud, gira voce che in ogni casa, abitazione o attività,  vi sia uno spirito che tiene alla sua casa più di ogni altro. Le ipotesi su chi questi possa essere sono diverse e non tutti concordano.  La versione maggiormente suffragata è quella che vede la "fata della casa" essere colui o colei che per prima ci è  morta dentro. Questo spirito,  può a sua volta essere maligno o benigno, o addirittura  mutare indole a seconda delle situazioni e di coloro che vivono o "occupano" la "sua" casa. A Bari, viene chiamato anche "Augurio di casa ".  La Fata della casa "buona" è quella che si affeziona a chi ci abita,  magari in particolare ad un membro della famiglia. È