Dire oggi che fare l'amministratore pubblico sia un brutto mestiere, è veramente riduttivo. Lo sanno bene il sindaco di Milano, Beppe Sala, e la sindaca (suona male ma la chiamano tutti così) di Roma, Virginia Raggi. Le loro seppur diverse storie, sono unite dal momento e dal comune senso di difficoltà: così vicini, così lontani.
Il primo accusato di falsità materiale e di falsità ideologica, per quanto riguarda i fatti dell'Expo 2015, si è autosospeso. La seconda, accusata di non essere riuscita a costruire una squadra immacolata: forse troppe le mele marce nel suo gruppo-lavoro. Ultimo quel burocrate capo del personale, ex di altre giunte, Marra. Virginia Raggi ha chiesto scusa, ma sembra non bastare per i romani e per Grillo. Anche lei attende un avviso di garanzia: un sindaco deve controllare la legittimità dell'opera della propria giunta.
Certo, l'apertura di un'indagine non è prova di colpevolezza. Ma ciò che sta accadendo, somiglia di fatto ad un'atto brutale: la cosiddetta fabbrica del fango. Io, però, personalmente ai complotti credo poco.
Le elezioni politiche anticipate, è stato detto, ci saranno ad aprile. Forse con un po' di ritardo, ma ci saranno. Per ora godiamoci il finale di questo cine-panettone "Natale in procura...".
LionRasta
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