Complicatissima questione quella arabo-palestinese, bisognerebbe partire dal libro dei libri, per poi spaziare sul "sionismo". Personalmente ho fatto parte della missione in "Libano 2" e sono stato in quel che restava nel campo profughi di Shatila, posto nella periferia ad ovest di Beirut. I bimbi, da noi custoditi erano in maggioranza arabo-palestinesi e li dovevamo proteggere dalle "attenzioni" dei loro parenti o presunti tali che tentavano di "arruolarli" militarmente alla causa e dai tentativi di rapimento meglio definiti di "tutela cautelativa" da parte dell'Esercito israeliano, tentativi esercitati in special modo da componente femminili. I bimbi, anche quelli più grandicelli (10-14 anni) che ci erano stati affidati, non riuscivano a spiegarci il perché di tutto quell'odio, noi europei poco più che adolescenti, eravamo perplessi e attoniti. Oggi quell'assurdità continua e rischia di portare il tutto verso un "escalation" di violenza, dovessero intervenire altri partecipanti. La storia è sempre quella, i singoli, i pochi, spingono le masse, i popoli, e sono sempre questi ultimi a pagarne le spese. Israele colpisce obiettivi definiti e determinati, i palestinesi occultano e scudano tali obiettivi con civili inermi. Disgustosi entrambi! Spero e confido nella diplomazia internazionale, la guerra non è mai una soluzione, anzi...è l'inizio della fine,
Lion Rasta
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