La protagonista di questo testo poetico è Jenny, una figura femminile dietro cui si nasconde l’autore e che potrebbe rappresentare ognuno di noi, tutte quelle volte che siamo stanchi della vita. “Jenny è stanca, Jenny vuole dormire” sono le parole che vengono ripetute più spesso. Eppure Jenny ha amato molto la vita, un tempo ha persino pianto di gioia. Ma ora Jenny è pazza, è lontana dalla gente, non vuole più parlare, non vuole più giocare, non vuole più capire, non vuole più nemmeno mangiare, non sente più nemmeno le voci che le porta il vento. Jenny “rovina il morale alla gente”, la sua sofferenza è scomoda per i benpensanti. Tutti scansano il dolore che è “qualcosa di amaro da spingere giù in fondo”.
C’è il dramma dell’anoressia dietro la figura di Jenny? Mi chiedo. Non so, forse. Vero è che Vasco Rossi già molti anni fa affrontava nei suoi testi il tema della malattia mentale. Essendo lui un provocatore scuoteva le coscienze con le sue canzoni, perché la malattia mentale faceva paura e fa ancora paura, era ed è ancora un tabù che la gente non vuole affrontare. “Il male di vivere” di Jenny, infine, mi richiama alla mente “Il male di vivere” tanto caro a Montale e a tutti i poeti dell’ Ermetismo, principale corrente poetica del Novecento italiano.
Luce
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