E’ ancora tensione ad Hong Kong, dove la manifestazione contro il governo centrale di Pechino nel 22mo anniversario del passaggio dell’ex colonia britannica alla Cina, ha visto momenti di violenza: un gruppo di manifestanti è infatti riuscito ad entrare in un secondo tentativo in Parlamento. Gruppi di giovani manifestanti hanno bloccato tre delle principali arterie della città, creando il caos.
Parte dei manifestanti ha poi rispettato l’ultimatum per le ore 17.00 delle forze dell’ordine, ma in diversi hanno resistito e non hanno lasciato i sit-in.
La manifestazione arriva dopo quelle corpose dei giorni scorsi, con cortei di due milioni di persone, indette contro il disegno di legge per le estradizioni, poi sospeso. Intervenendo pubblicamente Carrie Lam, governatrice di Hong Kong, la cui figura si sta indebolendo agli occhi del governo centrale, ha ammesso che “sono stati commessi errori nel lavoro, cosa che ha portato a molti conflitti e dispute nella società di Hong Kong e hanno deluso e afflitto molti cittadini”.
Divenuta colonia britannica nel 1900, in base ai trattati sarebbe rimasta britannica per 99 anni, com’è stato. Nel 1999 è passata sotto il controllo della Cina, ma manteneva un'ampia autonomia.
Nel 2017 è stata introdotto un sistema elettorale che prevede per l’elezione del Capo del Governo locale la scelta fra due o tre candidati ricavati da una rosa di nomi approvati da Pechino. Cosa che è successa con l’attuale premier di Hong Kong Carrie Lam, considerata per l’appunto la “longa manus” delle autorità centrali e comunque al governo grazie alla forza di una maggioranza di partiti filo cinesi. Una realtà che allora portò alla protesta degli Ombrelli.
Fonte notiziegeopolitiche.net Genesis72
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