Il segretario Usa ha annunciato di aver disposto l’invio di mille
militari in Medio Oriente. L’iniziativa va letta nel quadro delle tensioni
crescenti con l’Iran, specie dopo gli attacchi a due petroliere avvenuto il 13
giugno scorso nel Golfo dell’Oman, cosa di cui la Casa Bianca ha dichiarato
la responsabilità iraniana.
Il video mostrato dal Pentagono mostra un’imbarcazione avvicinarsi ad una delle
petroliere per rimuovere, una mina, ma la versione è stata respinta dalla
Repubblica Islamica in quanto non si vede dal filmato che ad operare erano
iraniani. Fatto sta che la crisi sembra avviarsi verso un’escalation dagli
esiti imprevedibili di cui a giovarsi sono innanzitutto i produttori di armi
statunitensi, che stanno vendendo missili difensivi Patriot ai paesi del Golfo ma
perché ci sia un attacco serve il voto del Consiglio di sicurezza dell’Onu,
dove Cina e Russia hanno diritto di veto. E, tra guerre commerciali e guerre
fredde, la disponibilità di Cina e Russia nei confronti di Washington non è
cosa scontata.
La Cina ha esortato “tutte le parti a restare razionali e misurate, evitando
ogni azione che possa provocare l’escalation delle tensioni in Medio Oriente
Il Cremlino ha fatto sapere che la Russia si oppone alle
iniziative che possono accrescere le tensioni nella regione, ed ha chiesto “a
tutte le parti di esercitare moderazione” Ha quindi
aggiunto che “preferiremmo non vedere alcuna mossa che possa provocare l’escalation
delle tensioni in una regione in cui la situazione è già tesa”.
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