Alle spalle le polemiche "sterili" che la manifestazione canora ha generato, la nostra Italia sembra tornata ad una normalità apparente...ed in quanto a polemiche, beh quelle di certo non mancano. Una di queste di certo è rappresentata dalla protesta che i pastori sardi stanno portando avanti dal 6 febbraio, quando nei pressi di Villacidro, località tra Cagliari ed Oristano, alcuni uomini incappucciati ed armati di bastoni, bloccano ed obbligano un camion di un'azienda casearia ed obbligano l'autista a versare per strada il latte appena raccolto. Motivo prioritario delle proteste, il prezzo, che la grande industria casearia, paga agli allevatori il latte ovicaprinico. I pastori chiedono un euro a litro rispetto ai 60 centesimi attuali. Da allora, in tutta la Sardegna sono continuate le proteste, le manifestazioni e migliaia di litri di latte sono stati versati. Un susseguirsi di problematiche per il territorio inerenti anche alla circolazione ed all'ordine pubblico. Ora senza lasciarsi andare ad alcune faziosità ed analizzando la situazione, si evidenzia che alla base di tutto vi è il calo del prezzo del prodotto finale, il pecorino romano (ricordiamolo è chiamato così perché furono i maestri caseari laziali ad insegnare ai sardi i metodi di lavorazioni). Il perché di questo calo, è sicuramente dovuto ad una iperproduzione, quindi alle grandi scorte di magazzino. Questo errore di previsione, forse dovuto al non rispetto di quote di produzione da parte dei caseifici o all'importazione di latte di cagliate dall'estero, ha provocato un effetto domino nel mercato del latte e dei prodotti ovicaprinici. Ma, se mai ci fossero delle irregolarità negli atti e nei fatti da parte degli imprenditori e produttori caseari dell'isola, questo non giustifica affatto i modi ed i metodi dei pastori, di certo esasperati, vedi l'uso di coprirsi il volto e dell'utilizzo di armi improprie. Come al solito, dalla ragione si rischia di passare nel torto. Sullo sfondo della vicenda vi sono le elezioni regionali del prossimo ed imminente 24 febbraio, elezioni sarde che vedranno contrapposte tra l'altro Lega e Cinque Stelle. Il Governo ha proposto un tavolo di consultazione delle parti dove si è fatto avanti un progetto di acquisto da parte dello Stato di circa 70 mila quintali di formaggio in eccesso, tale da far salire, quindi calmierare, il prezzo del latte sino a 70-75 centesimi al litro. Questo sembra non bastare alla maggior parte degli irriducibili pastori sardi. Ricordiamoci però di non piangere sul latte versato, la filiera lattiero-casearia in Sardegna conta circa 12 mila aziende.
Lyon Rasta
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