Parlare di Trump oggi, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.
"Libero mercato in libero Stato" era lo slogan più utilizzato nei primi anni di questo secolo da chi si dichiarava a favore di un sistema economico atto a favorire lo sviluppo ed il benessere globale. Ma di quale mercato parliamo? Non certamente di quello del lavoro, visto che la tendenza è quella di bloccare l'immigrazione della materia prima: l'Uomo. Non certamente parliamo dello scambio e derrate in considerazione dell'andamento globale intento a daziare maggiormente le importazioni. Quindi, ritengo che questa tendenza economica abbia lasciato il posto ad una filosofia intermedia, per cui al liberalismo puro si affianca la mano interventista dello Stato, tendente a far da garante ed a istituire un sistema di politica economica.
Il Ministro Del Rio ha dichiarato ultimamente di non essere interessato alla candidatura di premier alle prossime politiche e che il candidato del PD è e resta Renzi. Inoltre, ha stigmatizzato il "liberi tutti" di Massimo D'Alema. C'è aria di libertà. Orfini, Presidente del PD, definisce i forse-scissionisti come "riservisti che aiutano il nemico", un tempo chiamato più moderatamente "competitor".
"Libertà" nelle dichiarazioni di Emiliano, governatore della Puglia e nella sua volontà di esprimersi "a carte bollate". Ma "libertà" anche nel disegno politico del centro-destra, sull'asse Meloni-Salvini. Certo la libertà è quella condizione per cui un individuo può decidere di pensare, esprimersi ed agire senza costrizione. Non vi sembra che si stia esagerando? Non vorrei che Kant avesse nuovamente ragione: "ma dove sei Uomo, dove vorresti andare?".
LionRasta
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