Napoli 1950. Il giorno di natale è vicino e, come ogni anno,
Luca Cupiello prepara il presepe: è il suo mondo perfetto, al riparo dalla realtà, dove ogni cosa trova la sua
giusta collocazione. Ma a nessuno interessa. Non a suo figlio Tommasino, nonostante i suoi tentativi
di seduzione. Tale figlio, Tommasino è come dice suo padre Luca un ladro immatricolato, non contento
di vendere gli indumenti dello zio dato per morto ma poi guarito ruba dei
soldi anche al padre che lo vorrebbe vedere più adulto assumendosi le responsabilità di un lavoro e rispettando
la famiglia. Celebri sono le diatribe tra lo zio Pasqualino e il nipote Tommasino. Il presepe non
interessa neanche alla moglie di Luca ,Concetta, che ha ben altro a cui pensare: l’altra figlia
Ninuccia, infatti ha deciso di lasciare il ricco marito Nicolino per l’uomo che ha sempre amato, Vittorio, e gli
ha scritto una lettera per comunicarglielo. Concetta riesce ad evitare quella che per la famiglia
sarebbe una sciagura, ma la missiva capita delle mani di Luca che, ignaro di tutto, la consegna al
genero Nicolino che scopre cosi il tradimento della moglie. Durante la vigilia di Natale, la
sbadataggine di Luca mette di fronte i due rivali e la realtà irrompe prepotente nel clima presepiale di casa
Cupiello. Nicolino nell’imbarazzo generale sfida l’amante di sua moglie .Tutto sembra
perduto, ma in soccorso di Luca, morente, arriva ancora una volta il suo presepe.
Vincenzo
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