Passa ai contenuti principali

Noi i figli della foca

 Nel 1987 i vertici direttivi della Rai decisero di affidare la conduzione di una delle trasmissioni più importanti del primo canale non ad un presentatore, ma a quello che si sarebbe rivelato, grazie a questo programma, un importante showman. Il programma era Fantastico 8 e il conduttore Adriano Celentano. In una puntata toccò 2 argomenti imbarazzanti per l'epoca: la caccia e le pellicce. Iniziò uno dei suoi famosi monologhi, intervallati dalle lunghe pause, scrivendo su una lavagna: "la caccia e contro l'amore". E in Italia si scatenò la polemica su chi sosteneva che la mancanza dell'accento fosse studiata a tavolino e chi diceva che Celentano era davvero "il re degli ignoranti" come fu soprannominato in seguito. Poi proseguì mostrando un filmato scioccante: su una banchina di ghiaccio nell'Artico c'è una colonia di foche. Gli adulti hanno la pelle liscia e grigia, ma i cuccioli possiedono ancora il morbido vello bianco, molto pregiato per chi confeziona pellicce. Arriva una nave da cui scendono degli uomini che gettano cibo alle femmine per farle allontanare dai loro piccoli. Quando ritornano trovano solo i cadaveri dei cuccioli scuoiati abbandonati sul ghiaccio ormai diventato un lago di sangue. Ogni foca si avvicina ad un corpicino ed emette un lamento simile ad un pianto. Così Celentano scuote le coscienze dei telespettatori facendo ripetere al pubblico: "Io sono il figlio della foca, non voglio che mia madre pianga." E per finire fece vedere una sfilata di moda dove sulla passerella le top model indossavano delle pellicce che grondavano sangue. Io quella sera ero lì, sul divano, con i miei genitori a guardare la televisione, avevo solo 11 anni, ma capii che nessuna vanità vale la vita di un essere vivente.


                                                                                                                                 Promoteo

Commenti

Post popolari in questo blog

Lenzuola di lino ricamate

Premessa: al di là del dolore da cui queste pagine scaturiscono, vogliono, sempre e comunque, essere un inno alla vita. LENZUOLA DI LINO RICAMATE         -   Pronto?         -   Pronto? Sono io. Posso venire a dormire da te?         -   Con Andrea?         -   No, da solo.         -   Va bene, ti aspetto. Francesca guardò l’orologio: le due di notte. Roberto non l’aveva svegliata. Da anni ormai dormiva pochissimo, si addormentava presto la sera e dopo qualche ora era già in piedi. Non resisteva a letto, si alzava e girava per la casa vuota in cerca di qualcosa da fare. Sentiva un po’ di musica, vedeva la televisione, preparava qualcosa in cucina o scriveva. Insomma trovava il modo di occupare la mente. Quella notte era particolarmente nervosa, non le andava di fare niente perciò l’arrivo di Roberto la rese quasi felic...

LA CROSTATA DI MELE

Premessa: al di là del dolore da cui queste pagine scaturiscono, vogliono, sempre e comunque, essere un inno alla vita. LA CROSTATA DI MELE Si guardò per l’ennesima volta allo specchio. Quando era su di morale si trovava persino affascinante. Era riuscita a dimagrire negli ultimi tempi e poteva finalmente rimettersi la gonna. Le gambe erano state il suo orgoglio da giovane e in effetti erano belle anche adesso. Ogni tanto le capitava di sentirsi ancora una donna. I capelli, invece. erano la sua disperazione. Li pettinò nervosamente cercando di dare loro una sistemazione, ma sembravano ribellarsi alla spazzola. Alla fine decise di lasciarli così, in fondo quell’aria disordinata le donava. Non si truccava mai, neanche quando stava bene, detestava tutto ciò che non fosse naturale e conviveva abbastanza serenamene con le prime rughe. Il profumo però non doveva mai mancare. Ne mise più del solito e ne spruzzò un po’ nell’ingresso e nello studio. Fabrizio avrebbe dovuto sentirlo sub...

L'Angolo del cuoco : Stinco di maiale alla birra glassato

  Stinco di maiale alla birra glassato Lo stinco di maiale alla birra glassato è un secondo piatto sostanzioso e la lunga marinatura nella birra e negli aromi lo rende anche tenero e molto saporito. Parlando di stinco di maiale, verrebbe da pensare ad un piatto rustico, in realtà la carne viene spennellata con del miele sciolto nel cognac, che le conferisce un piacevole aroma, uno stuzzicante contrasto di sapori e una glassatura bruna e perfettamente lucida: un piacere non solo per il palato, ma anche per gli occhi. Il contorno migliore per accompagnarlo? Quale se non delle dorate patate al forno. Prova a insaporirle con il fondo di cottura dello stinco di maiale alla birra glassato: divine! Difficoltà Bassa Costo Medio Tempo di preparazione 10 Minuti Tempo di cottura 2 Ore 15 Minuti Porzioni 8 Metodo di cottura: Forno elettrico; Forno a vapore Ingredienti: 2 Stinchi di maiale (600 g cad.) 330 ml Birra bionda 2 rametti Rosmarino 5 foglie Salvia (oppure mezzo cucchiaino di salvia es...