Non si
arresta l’avanzata turca nel territorio siriano, dove il presidente Erdogan,
“Il Sultano”, intende costituire una zona di sicurezza di 30 chilometri oltre
il confine per una larghezza di 480 a danno delle popolazioni curde lì
residenti. Il proposito di Erdogan è quello di scongiurare i contatti e la
cooperazione con i cugini del Pkk curdo . Si tratta degli stessi curdi che
hanno rappresentato il primo baluardo all’espansione dell’Isis, un impegno
pagato a caro prezzo in termine di vite umane, ma va ricordato che i curdi
dell’Ypg sono anche gli stessi addestrati dagli italiani e a spese degli
italiani, nello stesso momento in cui i miliziani dell’Isis transitavano a migliaia
dagli aeroporti turchi ed i cui feriti venivano curati negli ospedali turchi.
Che l’avanzata di Erdogan avesse comportato la fuga dai campi di internamento
dei miliziani dell’Isis controllati dai curdi era una cosa messa in conto fin
dall’inizio dell’operazione “Fonte di Pace”, come l’ha ipocritamente titolata
lo stesso presidente turco.Fra le
grida di approvazione dei nazionalisti turchi i militari di Erdogan, supportati
dalle milizie filoturche, hanno preso le città di Suluk e Tel Abyad, ed ora
punterebbero a Ras al-Ain, unico centro importante rimasto nell’area sotto il
controllo curdo. Sul
piano internazionale continuano a piovere gli appelli a fermare l’offensiva,
oggi anche Papa Francesco all’Angelus ha detto che “Il mio pensiero va ancora
una volta al Medio Oriente, all’amata e martoriata Siria da dove giungono
nuovamente notizie drammatiche sulla sorte delle popolazioni del Nord-est del
Paese.Il presidente russo Vladimir Putin è intervenuto ieri sera per avvertire che “i
militari stranieri illegalmente presenti in Siria devono lasciare il paese .Da
Washington Donald Trump, che ha sostanzialmente dato il via libera
all’invasione dopo una telefonata con Erdogan al termine della quale ha
ritirato l’appoggio ai curdi ed ha spiegato “di non voler essere immischiato in
guerre tribali”, è tornato a minacciare sanzioni verso la Turchia “se non
verranno mantenuti gli impegni, tra i quali la sicurezza delle minoranze
religiose. La Lega
Araba, riunitasi ieri in straordinaria, ha votato l’assunzione di “misure
urgenti per far fronte all’aggressione turca contro la Siria”, cioè di ridurre
le relazioni diplomatiche, di interrompere la cooperazione militare e di
rivedere le relazioni economiche in quanto “L’aggressione turca alla Siria
costituisce una minaccia diretta per la sicurezza nazionale araba, così come
per la pace e la sicurezza internazionali”. Il popolo curdo dopo settantanni di guerra e di promesse di una creazione di uno stato curdo, continua a essere frammentato tra gli stati della Turchia, Iraq, Iran, Armenia e Siria
Fonte: Notiziegeopolitiche.net Genesis72
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