Si è andati oltre i pronostici in Grecia, dove il partito di centrodestra Nuova Democrazia ha ottenuto quasi il 40 per cento delle preferenze e per governare non avrà bisogno di alleanze. L’ormai ex premier Alexis Tsipras, figura emblematica della Grecia dell’era Troika, ha affermato di lasciare il suo ruolo “a testa alta”, ma quel 39,7% di Kyriakos Mitsotakis pesa eccome, segno di una politica i cui entusiasmi della piazza si sono infranti contro la realtà delle cose, dei conti truccati presentati all’Ue, degli armatori esenti dalle tasse, delle pensioni in età ancora troppo giovane, delle isole fiscalmente ultra agevolate e via dicendo.
Uscita con cure lacrime e sangue dalla crisi, oggi la Grecia si presenta in crescita ma con una pressione fiscale importante: Mitsotakis ha promesso in campagna elettorale l’abbassamento delle tasse e maggiore sicurezza, ma anche nuovi posti di lavoro per far rientrare i quasi 400mila greci che hanno lasciato il paese per la crisi.
A caldo Mitsotakis ha detto che “voglio una Grecia che abbia il posto che si merita in Europa, che non sia più costretta a mendicare”, ed ha promesso di rilanciare l’economia attraverso il taglio delle tasse e lo snellimento della burocrazia. Ha comunque affermato che non abolirà le misure di salvaguardia delle classi più deboli introdotte dal precedente governo.
La legge elettorale assegna un bonus di 50 seggi al partito che prende la maggioranza assoluta, per cui Nuova Democrazia avrà 158 seggi dei 300 della Camera; Syriza di Tsipras si è assestata al 31,5%, la coalizione di centrosinistra Kinal ha ottenuto l’8,1%, il partito comunista Kke il 5,3%, e più bassi ancora sono stati i risultati di Mera25, la formazione guidata dall’ex ministro dell’Economia Yanis Varoufakis, e di Soluzione Greca, un nuovo gruppo di estrema destra. Resteranno fuori dal parlamento gli estremisti di Alba Dorata, che sono passati dal 7% al 2,93%, e quindi non hanno superato la soglia di sbarramento del 3%.
Fonte: notiziegeopolitiche.net Genesis72
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