A 17 anni dall'omicidio di Marco Biagi, il giuslavorista bolognese ucciso la sera del 19 marzo 2002 dalle nuove Brigate rosse sotto casa sua nel centro di Bologna, la città gli ha tributato un ricordo, che arriva dopo quello avvenuto ieri a Modena, nell'Università dove insegnava, e a cui ha partecipato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Marco Biagi stava rientrando in bici dalla stazione, quando è stato affrontato dai brigatisti. Da un po' di tempo gli era stata tolta la scorta.
Nella piazzetta intitolata al suo nome, a pochi passi da dove avvenne l'omicidio, il Comune di Bologna, insieme ai sindacati, il prefetto, il questore e le altre autorità cittadine, ha deposto una corona di fiori, alla presenza dei familiari di Biagi, la moglie Marina e il figlio Lorenzo. "Bologna non lo dimenticherà mai", ha detto Marilena Pillati, vicesindaco che ha partecipato alla cerimonia in rappresentanza del Comune.
"Ci sono occasioni tragiche, come l'omicidio di un amico di sempre, e questo per me era Marco, in cui un avvocato si sente umanamente, socialmente, 'eticamente' utile. E pensare che 17 anni fa tutto è cominciato da una telefonata di Marina nella notte. Schiva quant'altre mai, percepiva l'assedio di autorità, fotografi, giornalisti, si sentiva indifesa e chiedeva un aiuto: prima all'amico, poi all'avvocato". È il ricordo dell'avvocato Guido Magnisi, difensore della famiglia Biagi. "Dopo sono seguiti anni per avere e ottenere finalmente giustizia, ma questa è un'altra storia", conclude Magnisi.
Fonte ansa.it Kissinger75
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