Il 10 aprile 1991, il traghetto Moby Prince appena salpato dal porto di Livorno urta la petroliera Agip Abruzzo, 140 vittime, nessuna spiegazione plausibile di quel che accadde, nessuna giustizia.
Le novità sono elencate in cinque punti:
1) «Si esclude che la nebbia sia stata la causa delle tragedia... Non c’è stato, prima del disastro, un fenomeno atmosferico di generale riduzione della visibilità in rada».
2) «Il comando della petroliera non ha posto in essere condotte pienamente doverose». Il traghetto rimase incagliato per alcuni minuti nella motocisterna. «C’era il tempo per valutare la situazione e dare le corrette comunicazioni ai soccorritori».
3) «Dalla Capitaneria di porto di Livorno non partirono ordini precisi per chiarire entità e dinamica dell’evento e per ricercare la seconda imbarcazione». Ovvero la Moby Prince. I soccorsi si concentrarono soltanto sulla petroliera. «Ci fu impreparazione e inadeguatezza».
4) «Ci sono punti non congruenti», questo l’eufemismo usato dai relatori, «sulle attività della petroliera e sul suo tragitto compiuto prima di arrivare a Livorno».
Fonte: Corriere
Kissinger75
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