Il 5 dicembre del 2013, muore Mandela, Nelson Rolihlahla, statista sudafricano. Leader della lotta contro l’apartheid, primo presidente del Sudafrica democratico (1994-99), M. è stato fautore del passaggio pacifico al sistema democratico maggioritario che gli è valso il premio Nobel per la pace nel 1993, insieme all’ex presidente sudafricano F.W. De Klerk. Nel 1944 entrò nell’African national congress (ANC) diventandone subito uno dei dirigenti. Dopo il massacro di dimostranti neri a Sharpeville, a opera della polizia, e la messa al bando dell’ANC (1960), M. abbandonò la non violenza per passare all’azione diretta, ai sabotaggi e alla clandestinità. Fu tra i fondatori del Umkhonto we Sizwe, il braccio armato dell’ANC. Al suo rientro in Sudafrica fu arrestato e condannato a cinque anni di reclusione. Giudicato nuovamente nel processo di Rivonia contro la leadership di Umkhonto, ebbe una condanna all’ergastolo per alto tradimento. Durante la prigionia la sua popolarità in Sudafrica e all’estero crebbe grazie ai suoi ripetuti rifiuti di collaborare col regime razzista in cambio della libertà. M. proclamava che solo uomini liberi possono negoziare con il potere. Le prime elezioni sudafricane a suffragio universale attribuirono una larghissima maggioranza all’ANC e portarono alla presidenza della Repubblica M., che formò un governo multirazziale e istituì una commissione per una soluzione politica agli abusi del passato in nome dell’unità nazionale e della pacificazione fra le comunità.
Fonte: Treccani.it
Kissinger75
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