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Il prossimo hard disk? Sarà il DNA

Il nostro DNA è un supporto che custodisce dati su di noi: sul piano informatico le sue “prestazioni” sono straordinarie.
Come Hard Disk il DNA non si degrada col tempo. E’ così versatile da contenere in soli 4 grammi tutte le informazioni prodotte in un intero anno dall’intera umanità.
Negli scorsi anni diversi esperimenti hanno già prodotto salvataggi su DNA: il più grande? 700k. 
L’ultimo studio pubblicato dai ricercatori Yaniv Erlich e Dina Zielinski racconta del “salvataggio” più grande della storia. I due ricercatori hanno usato 72.000 filamenti di DNA e vi hanno salvato 6 files all’interno.
Un film francese, una carta regalo Amazon, un intero sistema operativo, un virus informatico, uno studio clinico e le informazioni messe sulla sonda Pioneer.
“La cosa più interessante non è stata sintetizzare i nucleotidi che abbiamo utilizzato per storare i file,” dice Erlich, “quanto sviluppare il software in grado di ‘codificare’ le informazioni e renderle disponibili sia in entrata che in uscita”. Nessun errore software: i files si possono leggere tranquillamente. Come hard disk, il DNA sarebbe la migliore opzione possibile.
Ci sono tanti grossi vantaggi: anzitutto le dimensioni (potete immaginare). Il DNA può contenere 215 Petabyte per grammo e durare oltre 100 anni, distruggendo qualsiasi limite di obsolescenza.
Il DNA è in giro da 3 miliardi di anni: difficile pensare che questa memoria (è il caso di dirlo) fisica passi presto di moda. Tra quanto tempo sarà possibile vedere in azione questa tecnologia? Secondo i ricercatori occorreranno più di 10 anni, “ma,” fa sapere uno di loro, “anche il CD ha avuto una fase di sviluppo simile prima di essere introdotto sul mercato”.


Fonte: FuturoProssimo.it

OnyRon

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